Campo del Ghetto Nuovo
19/10/2022Il Ghetto Nuovo si trova nel sestiere di Cannaregio a Venezia e si presenta tuttora come un'isola, i cui accessi avvengono solo tramite ponti. L’omonimo campo occupa gran parte della zona centrale. Fanno da cornice al campo la casa di riposo israelitica, alcuni locali kosher, il museo ebraico, le sinagoghe tedesca e italiana oltre agli alti edifici con abitazioni private. Nel campo ci sono tre vere da pozzo quattrocentesche due in marmo rosa di Verona ed una in pietra d’Istria. Sulla facciata della casa di Riposo sono posti alcuni bassorilievi in bronzo, opera dello scultore lituano Arbit Blatas, in memoria della Shoah, due installati nel 1980 ed un terzo, intitolato “L’ultimo treno” posizionato 1993, per il cinquantesimo anniversario dalla deportazione degli ebrei dal Ghetto di Venezia.
Gli ebrei frequentarono Venezia già da tempi antichi; tra il IX e l'XI secolo, Venezia, grande potenza marittima, era divenuta la capitale del commercio nel mare Adriatico, centro di scambi fra l'Oriente e l'Occidente, che attraeva i mercanti stranieri, fra i quali gli israeliti, che concludevano i loro affari principalmente nell'area realtina. Gli ebrei, mercanti di stoffe, nonché rivenditori di abiti e oggetti usati, diventarono famosi soprattutto per la loro affermata attività di prestatori di denaro “a tasso libero” già dal XIV secolo. Erano persone colte, in grado di leggere, scrivere e “far di conto”, a differenza dei cristiani che, all'epoca, erano per la maggior parte analfabeti.
A Venezia va il triste primato di avere istituito il primo Ghetto d'Europa. Nel “Ghetto Nuovo” furono rinchiusi, nel 1516, gli ebrei tedeschi, mentre nel “Ghetto Vecchio” furono “accolti” i levantini nel 1541 e gli spagnoli nel 1589. Ricordiamo che a Roma, nel 1555, papa Paolo IV, con la bolla “Cum nimis absurdum”, revocò tutti i diritti concessi agli ebrei romani ed ordinò l'istituzione del ghetto, chiamato “serraglio degli ebrei”.
La parola “ghetto” che identifica quella zona di Venezia, non è legata alla religione e diverse sono le ipotesi sulla sua origine, ma l'etimologia più accreditata riconduce alle funzioni di quell'area fino al XV secolo. Vi era un terreno, detto il “geto de rame”, dove in precedenza si trovava una fonderia con 14 fornaci e i getti di rame fuso indussero a chiamare anche l'area “geto o getto”, parola che gli ebrei aschenaziti, originari della Germania, pronunciavano con la “g” dura ovvero “ghetto”. I terreni, una volta dismesse le fornaci, furono ceduti alle famiglie nobili Minotto e Da Brolo. I fratelli Costantino e Bartolomeo Da Brolo nel corso del XV secolo fecero interventi di risanamento e di urbanizzazione. Fecero costruire le prime 25 case basse, lungo il perimetro del campo del “Ghetto Nuovo”, fecero scavare tre pozzi al centro del campo con il loro stemma nobiliare e fecero aprire il ponte verso San Girolamo.