Creare un ponte tra l’Italia e la Macedonia per favorire la collaborazione economica e commerciale tra i due Paesi.
Nasce con questo obiettivo l’associazione API Nordest, formata da imprenditori delle costruzioni e professionisti dei servizi collegati, italiani e macedoni, la cui istituzione è stata presentata quest’oggi a Ca’ Sagredo nel corso di una conferenza stampa a cui ha preso parte una delegazione del Governo macedone, presieduta dal vice premier Fatmir Bitiqi e il presidente di Api Nordest Munir Semsi.
A portare il saluto dell’Amministrazione comunale e a dare il benvenuto agli ospiti macedoni, accolti in mattinata a Ca’ Farsetti dalla presidente del Consiglio comunale, è stato l’assessore allo Sviluppo economico. Un incontro - è stato sottolineato - per suggellare l’amicizia tra Venezia e la Macedonia e per sostenere l’impegno di quegli imprenditori che nella nostra città si sono pienamente integrati, creando imprese e mettendo radici.
In base ai dati resi noti questa mattina, sono 25mila i macedoni nel Veneto (10mila secondo i dati Istat che non tengono conto di chi ha già ottenuto la cittadinanza). Nella nostra città sono 4500, mentre 135 sono le partite Iva impegnate nel mondo dell’edilizia.
La neo associazione ha promosso in questi giorni un fitto calendario di incontri Istituzionali, con rappresentanti della Prefettura, della Regione e del Comune e due focus, il primo svoltosi ieri a Treviso, il secondo in programma questo pomeriggio a Venezia alle ore 17.
Al centro dei due eventi una riflessione sugli scenari per lo sviluppo delle relazioni commerciali tra Nordest Italia e Macedonia del Nord-Area Balcanica, con l’intento di sviluppare internamente e verso il territorio regionale e internazionale, una migliore cooperazione attraverso lo sviluppo di una rete di rapporti economici, professionali e sociali.
Tre i progetti principali della neo costituita realtà associativa: creare una camera di commercio italo macedone; dare vita a una scuola professionale edile; realizzare in Macedonia una scuola per infermieri che verranno a lavorare in Italia.
"Il nostro obiettivo - ha spiegato Semsi, arrivato in Italia nel 1992 dalla Macedonia e tra i primi in Italia a chiedere un permesso di soggiorno da lavoratore autonomo - è quello di formare e soprattutto sensibilizzare i più giovani verso la scelta di una professionalità legata all’edilizia e fare in modo che il lavoro edile smetta di essere visto come un’attività dequalificante ma al contrario ne venga valorizzata l’artigianalità e l’aspetto creativo”.
"Dopo due anni di pandemia, in un contesto generalizzato di crisi economica ed energetica - ha sottolineato il vicepremier Bitiqi – solo con la collaborazione tra Paesi possiamo riuscire a superare le difficoltà”.