La Giunta comunale ha approvato nella seduta odierna il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (Ptpct) 2017-2019, che recepisce gli indirizzi attuativi generali forniti lo scorso 19 gennaio dal Consiglio Comunale e definisce i nuovi obiettivi ed obblighi di trasparenza previsti dalla “Riforma Madia”, entrata in vigore a fine dicembre 2016, e dalle prescrizioni dell'Anac.
La struttura del Piano prevede una nuova strategia di prevenzione della corruzione attraverso una più accurata ed incisiva gestione dei rischi di corruzione, un maggiore coinvolgimento dei dirigenti e dei direttori comunali, una più mirata rilevazione dei fattori che influenzano l'ambiente di riferimento dell'Amministrazione, una più articolata e completa individuazione delle misure di prevenzione, un più incisivo sistema di controllo e monitoraggio e di collegamento con gli altri strumenti e documenti di programmazione strategico-gestionale, nonché con gli obiettivi di performance.
Per legge le “aree a rischio corruzione” sono considerate quelle che implicano la scelta del contraente e contratti pubblici, le autorizzazioni e concessioni, la concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati, i concorsi, le prove selettive per l'assunzione di personale e per le progressioni di carriera, la gestione risorse umane, gli incarichi e nomine. Si aggiungono poi la gestione del patrimonio, quella delle entrate e delle spese, gli affari legali e contenzioso, le operazioni di controllo, verifica, ispezione e sanzione. A questi ambiti, il Comune di Venezia ha aggiunto altre attività a rischio, quali la pianificazione urbanistica, le società ed gli enti partecipati e controllati, i lavori pubblici, i finanziamenti nazionali e comunitari.
É stata introdotta - in via sperimentale - la mappatura di alcuni processi a rischio corruzione con la “metodologia lean” (“Metodo Toyota”), al fine di renderli più efficienti ed efficaci. L’idea di fondo è quella per la quale l’efficienza amministrativa, la riduzione degli sprechi, la riduzione dei tempi dei procedimenti, la semplificazione delle attività, costituiscono di per sé una fondamentale ed efficace misura di prevenzione di fenomeni corruttivi e di malagestione.
Per ognuna della aree individuate nel Piano sono state mappate le attività a rischio (150 processi), messi in evidenza uno o più eventi rischiosi (complessivamente 191), associate le relative misure di prevenzione (200 in tutto) e indicati i soggetti tenuti ad attuarle, i tempi di attuazione e le modalità e gli indicatori per il monitoraggio da parte del Responsabile anticorruzione.
La Giunta ha poi deciso di introdurre il “Piano di Internal Audit”, allo scopo di monitorare lo stato di attuazione del Piano Anticorruzione, che definisce la programmazione e le modalità di controllo, i tempi ed i soggetti preposti alle verifiche. Si tratta di uno strumento non obbligatorio, che fa di quello veneziano un caso innovativo e unico nel panorama della Pubblica Amministrazione.
Altro elemento essenziale è la coerenza del Piano con la nuova struttura organizzativa del Comune: viene istituito infatti l'apposito “Servizio Anticorruzione e Trasparenza” e ed è previsto un forte collegamento tra gli obiettivi e le misure contenute nel Piano con gli altri strumenti di programmazione strategico-gestionali dell'ente, quali il Documento Unico di Programmazione e il Piano Performance.