Un corteo funebre galleggiante ha attraversato Venezia. Centouno bare, come il numero dei morti sul lavoro in Veneto nel 2023: come a dire che ogni tre giorni e mezzo una persona non ha fatto ritorno a casa, lasciando nella disperazione la propria famiglia e i propri colleghi. Ma nel 2024, con i dati aggiornati al 31 luglio, sono già 37 le croci bianche piantate nella nostra regione.
E' stata la tappa lagunare della campagna di sensibilizzazione #zeromortisullavoro, firmata dalla Uil, sul tema della sicurezza, e che in questo 2024 si è sviluppata con una serie di flash-mob silenziosi nelle principale piazze italiane.
Questa mattina l'iniziativa ha raggiunto Venezia. Dall’isola del Tronchetto, il pontone, con le 101 bare in cartone, ha proseguito verso il canale della Giudecca, ha sfiorato la Basilica della Salute, passando davanti a Piazza San Marco e Palazzo Ducale, per attraccare infine all'Arsenale di Venezia, luogo per eccellenza vocato al lavoro, la "fabbrica" di Venezia.
"E' un luogo bellissimo che parla di lavoro. Queste pietre sono impregnate del sudore della fronte di generazioni di veneziani. E' stata la più grande fabbrica del mondo occidentale. Qui è nata la catena di montaggio prima di Ford e poi il lavoro si è evoluto - Sono state le prime parole dell'assessore al Lavoro Simone Venturini, a rappresentare il Comune di Venezia che ha patrocinato l'iniziativa - Per questo essere all'Arsenale a parlare di sicurezza sul lavoro è importante: l'allure di Venezia aiuta a far rimbalzare un messaggio forte, su temi che non possono essere ignorati".
Felice di trovarsi a Venezia, per il grande ritorno mediatico, per il riflettore che si accende sulla sicurezza nel lavoro, Pier Paolo Bombardieri, il segretario generale della Uil: "Si tratta di una questione che deve riguardare tutti: la croce bianca pesa sull'azienda, pesa sulla famiglia, pesa sul territorio. Felice che Confindustria ponga il tema in cima all'agenda, che dica che c'è, ad esempio, un problema sui subappalti a cascata, pensiamo che il governo debba tenerne conto".
E sui subappalti ha puntato anche l'assessore Venturini: "Sicurezza vuol dire parlare di lavoro in nero; vuol dire parlare di appalti e subappalti: il mio assessorato ha deciso, per esempio, di non fare appalti al massimo ribasso, ma di valutare pittosto il progetto, lavorando così sulla qualità. E nel lungo termine diventa anche vantaggioso economicamente". L'assessore ha parlato anche della cultura del lavoro tra i giovani e del progetto in atto con la Regione nelle scuole professionali: "E' importante iniziare qui, tra i banchi, a parlare della sicurezza nel luogo di lavoro, di come vanno usati i macchinare, come ci si relazioni con le altre persone, vigilando sempre anche sul collega vicino".