Aree decadute, la Giunta licenzia la variante al Piano degli Interventi

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Aree decadute, la Giunta licenzia la variante al Piano degli Interventi

30/10/2023

La Giunta comunale nella sua ultima seduta su proposta dell’assessore all’Urbanistica, Massimiliano De Martin, ha licenziato la delibera di Consiglio comunale relativa alla variante del Piano degli Interventi relativa all’adozione di una nuova disciplina urbanistica per le aree decadute. “Su precisa indicazione del sindaco Luigi Brugnaro, con questo strumento andiamo ad affrontare un nuovo modo di programmare e disegnare la città - ha spiegato De Martin - Si tratta di una variante che interessa 300 ettari del territorio comunale per quasi due milioni di metri cubi che ora verranno eliminati. Precedentemente, infatti, quella cubatura poteva essere attuata attraverso la presentazione di un piano di lottizzazione. Ora, con questa variante, verranno prese in considerazione dal Consiglio comunale solo proposte che dovranno rispettare una serie di criteri. La politica sottesa a questa variante consiste, oltre alla ripianificazione, nel modificare radicalmente la modalità di trasformazione di queste parti di territorio, definendo dei criteri predeterminati per la presentazione di qualsiasi proposta di accordi pubblico/privati o di varianti urbanistiche che, oltre a ridurre il consumo di suolo in coerenza con le politiche regionali, prevedano di migliorare il tessuto edilizio esistente e di realizzare nuove edificazioni rispondenti agli attuali standard di costruzione eco-sostenibile, di favorire interventi di qualità architettonica, il tutto nel rispetto delle aree naturali esistenti e di futura realizzazione, al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità e resilienza in grado di contrastare i fenomeni negativi conseguenti ai cambiamenti climatici. In sintesi, principi sui quali si basa questa politica urbanistica sono quelli orientati alla rigenerazione di quanto già facente parte della città esistente (il cosiddetto “consolidato”) e ad una necessaria riflessione su 'quanto' poter sviluppare al di fuori di questi ambiti".

La variante si pone anche l’obiettivo di distribuire in un tempo più lungo, ovvero nell’orizzonte del 2050, le nuove edificazioni previste dal PAT, al fine di recuperare tessuto areale naturale attraverso la riduzione delle cubature previste e il rafforzamento delle politiche di riuso degli edifici dismessi, ricalibrando inoltre  le dotazioni di servizi alla popolazione e assicurando un maggior equilibrio tra gli ecosistemi e le attività antropiche nel territorio. “L’Amministrazione Comunale con questa variante intende affrontare anche il tema della ripianificazione delle aree destinate a Edilizia Residenziale Pubblica, definendo una politica che, oltre a proseguire negli interventi di recupero del patrimonio esistente, si concretizza nell’individuazione di criteri che, nell’assecondare le istanze di sviluppo delle proposte di accordi pubblico/privati o di varianti urbanistiche, prevedano la possibilità di cessione di aree o la realizzazione di edifici da destinarsi a Edilizia Residenziale Pubblica” ha commentato De Martin.

Le scelte pianificatorie contenute nella variante sono compatibili con le disposizioni del PAT,  ma si discostano dalle previsioni di sviluppo edificatorio in esso contenute, delineando invece una precisa coerenza con le disposizioni della L.R. 14/2017 sul contenimento del consumo di suolo, che ha previsto una riduzione delle capacità edificatorie.

“In termini operativi sono stati presi in esame tutti gli strumenti urbanistici attuativi presenti nella pianificazione vigente al fine di un’attenta analisi relativa alla loro collocazione territoriale, alla tipologia di strumenti previsti, al loro stato di attuazione, al fatto di ricadere o meno all’interno degli 'ambiti di urbanizzazione consolidata', intesi come parti di città già sviluppata - ha puntualizzato De Martin - Queste informazioni sono state la base sulla quale costruire una politica urbanistica orientata alla rigenerazione di quanto già facente parte della città esistente (il cosiddetto 'consolidato') e ad una necessaria riflessione su quanto poter sviluppare al di fuori di questi ambiti. Per garantire equità nel trattamento dei soggetti che, successivamente all’approvazione della presente delibera, dovessero presentare proposte di accordo pubblico/privato o di variante urbanistica, si è reso necessario predeterminare i criteri e le modalità per la loro selezione". 

De Martin ha poi concluso: "Questi criteri concretizzano gli obiettivi di ridurre il consumo di suolo in coerenza con le politiche regionali, di migliorare il tessuto edilizio esistente, di favorire la realizzazione di nuove edificazioni rispondenti agli attuali standard di costruzione eco-sostenibile, di favorire interventi di qualità architettonica, di garantire un alto livello di dotazioni di servizio ai cittadini; orientano inoltre le proposte al rispetto delle aree naturali esistenti e di futura realizzazione, al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità e resilienza in grado di contrastare i fenomeni negativi conseguenti ai cambiamenti climatici. Questa delibera è il risultato di una serie di incontri nel territorio, nelle municipalità, con gli ordini professionali, attraverso un percorso di concertazione e partecipazione".

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