Oltre 40 iniziative da oggi, 2 febbraio, fino ai primi di marzo per celebrare la ricorrenza del Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 con la Legge 92 “In memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale”. Il programma realizzato dalla Presidenza del Consiglio comunale di Venezia e dall’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato di Venezia, in collaborazione con il Coordinamento cittadino di enti e associazioni per il Giorno del Ricordo, è stato presentato questa mattina a Ca’ Farsetti con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti, tra gli altri, la presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, l’assessore comunale Renato Boraso, il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Marco Borghi, il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - Comitato di Venezia, Alessandro Cuk.
“Questo ricco e articolato programma di iniziative pone Venezia tra quelle città che ancora una volta non si limitano all’aspetto puramente commemorativo – ha dichiarato la presidente Damiano – ma che vogliono stimolare la conoscenza e profonde riflessioni su quei drammatici avvenimenti storici che hanno coinvolto il nostro Paese. La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata rappresentano uno dei capitoli più bui della nostra storia, una pagina triste per troppo tempo ignorata, taciuta o addirittura negata, uno strappo che tutti noi siamo chiamati con impegno e dovere morale a ricucire. Continuiamo a mantenere viva la memoria di quanti si videro costretti ad abbandonare per sempre le loro terre e onoriamo insieme il ricordo delle migliaia di persone che morirono in condizioni atroci, condannando, oggi e sempre, tutte le ideologie totalitarie che sopprimono la libertà, i diritti e la vita”.
Il Comune di Venezia infatti anche quest’anno vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” – come recita la legge – proponendo un programma che si svilupperà in tutto il territorio comunale con la collaborazione di associazioni e istituzioni cittadine e delle sei Municipalità. “E’ dalla collaborazione di tanti soggetti diversi che abbiamo potuto realizzare un calendario così nutrito – ha aggiunto l’assessore Boraso – che vede anche la partecipazione delle scuole e dei ragazzi, per invitarli a riflettere su questi tragici eventi della nostra storia recente”.
“La data del 10 febbraio – ha specificato il presidente Cuk – si riferisce a quella in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di Parigi che modificarono i confini tra l’Italia e la ex Jugoslavia, privando così il nostro Paese di quelle terre che geograficamente e culturalmente ne facevano parte. Non posso che ringraziare la Presidenza del Consiglio comunale e tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione delle tante iniziative, non solo quelle legate all’istituzione di questa ricorrenza: il Comune di Venezia infatti già nel 2003 aveva intitolato, a Marghera, Piazzale Martiri delle Foibe”.
Il calendario completo e costantemente aggiornato degli appuntamenti si può consultare alla pagina www.comune.venezia.it/it/content/giorno-ricordo-2023 del sito del Comune di Venezia.
Tra gli appuntamenti istituzionali vi sarà venerdì 10 febbraio alle ore 9.30 la deposizione della corona d’alloro al monumento di Piazzale Martiri Giuliani e Dalmati delle Foibe a Marghera, alla presenza delle autorità cittadine. Alle ore 10.45 al Teatro del Parco alla Bissuola a Mestre si svolgerà una breve cerimonia con i ragazzi delle scuole superiori e di seguito lo spettacolo teatrale “Foibe. Il Ricordo”, che sarà replicato alle ore 21 per la cittadinanza (con prenotazione obbligatoria inviando una email a info.youtheater@gmail.com). Sempre venerdì alle ore 15 in Piazza San Marco vi sarà l’esposizione del banner in ricordo di Norma Cossetto, studentessa universitaria istriana torturata, violentata e gettata in una foiba, divenuta simbolo delle persecuzioni e del martirio di molto italiani di quelle terre.