Al via i lavori di pulizia del rio dei Ferali – Cavalletto e della seconda parte di rio dei Meloni

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La mappa dei rii scavati
 

Al via i lavori di pulizia del rio dei Ferali – Cavalletto e della seconda parte di rio dei Meloni

28/06/2020

Con lo scavo del rio dei Ferali-Cavalletto e il completamento di quello di rio dei Meloni, che inizieranno domani, lunedì 29 giugno, si conclude la campagna di scavi in umido dei rii in centro storico che, in questi anni, ha visto l’Amministrazione comunale ripulire 30 alvei per un investimento complessivo di 4,5 milioni di euro.

“Garantire la navigabilità dei nostri canali e dei nostri rii è un elemento fondamentale per assicurare la vivibilità e gli spostamenti in città – commenta l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto - Per decenni non si era più intervenuti fino a quando, nel 2016, su esplicita volontà del sindaco Luigi Brugnaro, questi interventi sono ripresi andando a ripulire 30 rii evitando così il loro interramento. Un investimento non visibile ad occhio nudo ma fondamentale per quanti si spostano in barca e ancor più per consentire alle imbarcazioni a remi e alle gondole di potersi muovere agilmente”.

Nello specifico la lista dei rii sui quali si è intervenuti sono stati individuati grazie alla collaborazione del Centro Maree, del Suem 118 e dei Vigili del fuoco, dando prioritariamente attuazione ad interventi su quelli che, dopo aver svolto anche analisi batimetriche, presentavano maggior pericolo di interramento.

L’intervento, finanziato dalla Giunta con 4,5 milioni di euro, consiste nello scavo del fango depositato sul fondo fino al raggiungimento della quota -1,80 metri sullo zero di Punta Salute. Un lavoro che, a partire dal 2016, ha consentito di recuperare quasi 20mila metri cubi di fanghi per garantire la salubrità e navigabilità dei seguenti specchi d’acqua: ex Piscina Rari Nantes, Bacino e rio Orseolo, de la Frescada, di San Giovanni Evangelista, de le Muneghete, di San Daniele, di San Maurizio, parte di rio Widmann, dei Gozzi-Sartori-Sant’Andrea, dei Meloni (primo tratto), del Ghetto Novo, Priuli-Santa Sofia, de la Madoneta, Sant’Aponal, di Ca’ Tron e San Giovanni Crisostomo, dei Lustraferi, dei Muti e di Ca’ Brazzo, dei Servi, del Piombo, del Megio, parte di rio del Batelo e rio de la Panada, parte di rio di Santa Maria Maggiore, parte di rio de la Cazziola, parte di rio di Santa Marta e rio di San Nicolò dei Mendicoli.

A chiudere questi interventi sarà, per l’appunto, il lavoro su rio dei Ferali – Cavalletto e sulla seconda parte di rio dei Meloni. Nel primo caso si tratta di un rio di ridotta ampiezza, tortuoso, molto utilizzato, e che si immette, attraverso il rio delle Procuratie, in Bacino Orseolo. Le fasi e la logistica di scavo sono state quindi concordate con gli operatori economici interessati e garantiranno il transito alle gondole durante tutto il periodo di lavoro.

Lo specchio acqueo che sarà interessato dai lavori di scavo in umido ha uno sviluppo di circa 90 metri lineari per una superficie di 450 metri quadrati circa.

L’intervento, che prevede un volume di fanghi da scavare stimato in 200 metri cubi, sarà suddiviso in 2 tratti e durerà per circa un mese:

  • tratto 1: da rio dei Bareteri alla riva rio Terà delle Colonne;
  • tratto 2: dalla riva rio Terà delle Colonne al ponte dei Ferali.

Contemporaneamente, saranno avviati i lavori anche nel secondo tratto del rio dei Meloni, a San Polo: il primo bacino è stato completato nei mesi scorsi, resta da scavare la seconda tratta, che presenta dimensioni molto ridotte e per la quale è necessario intervenire con mezzi diversi.

“Lo scavo dei rii è sempre stato una priorità della Repubblica Serenissima durante tutta la sua esistenza – commenta il Consigliere delegato alle Tradizioni Giovanni Giusto - Un’attività che si è protratta anche dopo la caduta della Repubblica, almeno fino alla metà degli anni sessanta del secolo scorso, per poi essere abbandonata, tranne una parentesi di scavi a secco negli anni '90, causando un graduale e inesorabile interramento dei fondali. Da quasi cinque anni abbiamo ripreso, come da tradizione, la loro pulizia e siamo sicuri di aver fatto un ottimo lavoro per la collettività. Venezia ha da sempre ripulito i fondali dei suoi canali, la sua storia ce lo ha insegnato, noi su quella strada abbiamo voluto continuare con l’obiettivo di assicurare le condizioni di navigabilità, salubrità e di sicurezza necessarie alla vita della città e dei cittadini”.

“Lo scavo in umido, ossia in presenza di acqua, permette di asportare gran parte dei fanghi depositati con tempi e costi molto minori, senza posare palancolati e senza mettere in asciutto il rio – spiega il presidente di Insula spa Nicola Picco - Viene effettuato mediante benne, poste su barconi, ed è limitato alla sola fascia centrale del canale per non danneggiare i muri di sponda. Va quindi eseguito in assenza di imbarcazioni ormeggiate. Contestualmente alle operazioni di scavo vengono eseguite attività di manutenzione ordinaria e straordinaria degli elementi della viabilità pubblica prospicienti alle vie d’acqua interessate dallo scavo che ne costituiscono il marginamento: gradinate, parapetti lignei, metallici o in muratura, colonnine marmoree, balaustre, listoline. Infine i fanghi scavati vengono conferiti nell’area di smaltimento realizzata dal Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (ex Magistrato alle acque) all’interno della conterminazione lagunare o in un impianto di trattamento autorizzato”.

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