Settantacinque anni dopo, come ogni 3 agosto, in quella che era Riva dell'Impero e che è ora “Riva Sette Martiri”, proprio per ricordare il loro sacrificio, si è tenuta questo pomeriggio la cerimonia di commemorazione dell'eccidio dei sette detenuti politici nel carcere di Santa Maria maggiore, uccisi per rappresaglia dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Presente all'evento, in rappresentanza della città, l'assessore comunale Massimiliano De Martin, accompagnato dall'onorevole Nicola Pellicani, dai rappresentanti della sezione Anpi “Sette Martiri” di Venezia, dalle associazioni dei combattenti e dei reduci di guerra, e da numerosi cittadini.
“La giusta commemorazione che proclamiamo oggi – ha sottolineato De Martin nel suo intervento – è il desiderio di una comunità di ricordare Bruno, Girolamo, Alfredo, Luciano, Gino, Alibrando e Alfredo: dobbiamo onorare quotidianamente il loro sacrificio. Come loro allora, dobbiamo sentirci oggi donne e uomini quotidianamente impegnati nel mantenere alta l'attenzione per garantire il rispetto e la condivisione dei diritti e dei valori umani: dall'istruzione nelle scuole all'assistenza sanitaria, dalla libera economia privata alla professione dell'arte e della scienza.”
I “sette martiri” furono fucilati per rappresaglia dopo la misteriosa scomparsa di un soldato tedesco, in servizio di sentinella al porto. Pochi giorni dopo, le acque della laguna restituirono il suo corpo. Non aveva ferite: il milite era caduto in acqua ubriaco ed era annegato.
La cerimonia odierna è stata preceduta, come di consueto, dal Percorso della memoria, partito alle 18.45 da Largo Marinai D'Italia, ai Giardini di Castello, e proseguito fino a Riva Sette Martiri dopo le tappe al monumento alla Partigiana di Leoncillo, a quello in memoria degli internati militari italiani e alla Partigiana morente di Murer. Ad ogni sosta, oltre alla deposizione di un mazzo di fiori, sono state proposte letture e brevi interventi musicali.