La Giunta comunale, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato con una delibera il progetto definitivo per il restauro e il miglioramento dell’accessibilità del ponte Bonaventura, a Sant’Alvise, nel sestiere di Cannaregio. Il bando di gara per l’assegnazione dei lavori verrà lanciato entro il mese di ottobre e l’avvio dell’intervento è previsto a partire da gennaio 2019 per concludersi nel mese di maggio. Il progetto prevede un investimento di 300mila euro.
“Si tratta di un intervento atteso da tempo per la città storica – spiega l’assessore ai lavori pubblici Francesca Zaccariotto - . Nel rimettere a nuovo il ponte Bonaventura diamo anche una soluzione definitiva ai gradini tipo rampa affrontando e risolvendo il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Il progetto rientra tra quelli dell’elenco del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) del centro storico ed è un ulteriore restauro che si aggiunge al lungo elenco dei ponti già riqualificati per rendere la città sempre più accessibile. Il ponte Bonaventura di Sant’Alvise ha una fondamentale importanza per la sua collocazione, una zona dove ci sono ancora molti residenti, soprattutto anziani. Il fatto, quindi, di renderlo totalmente accessibile con una rampa ne consentirà una fruizione maggiore anche per chi ha problemi di deambulazione”.
Nel particolare l’intervento prevede la realizzazione di una rampa in pietra con parapetto in acciaio per il miglioramento dell’accessibilità del ponte stesso, oltre al restauro delle strutture portanti in pietra e mattoni e la sostituzione della pavimentazione attualmente in asfalto con trachite e alzate in pietra d’Istria.
Il ponte Bonaventura e l’attiguo Ponte sulla Cavana, collegano la fondamenta alla calle dei Riformati a Cannaregio. La sua costruzione risale intorno al 1620, quando i Padri Francescani edificarono su quel terreno il loro convento e la chiesa dedicati a San Bonaventura. La struttura attuale conserva ancora in chiave di volta anche le tre “soaze” con gli stemmi dei Provveditori di Comune, mentre il leone di San Marco, che si trovava scolpito sull’altro prospetto, non c’è più dal tempo della calata delle truppe napoleoniche.