La particolarità del restauro del Ponte dell’Accademia sta nei dettagli: l’intervento, infatti, non ne modificherà l’aspetto, ma avrà effetto sulle struttura, che, grazie ad una serie di accorgimenti, risulterà più durevole e meno bisognosa di manutenzione. Questo è quanto è emerso dal sopralluogo svoltosi ieri nel cantiere alla presenza dell’assessore ai Lavori pubblici, Francesca Zaccariotto, e del direttore della Direzione comunale ai Lavori pubblici, Simone Agrondi.
E' stato subito affrontato il tema delle travi in ferro risultate in corso d'opera più usurate del previsto. I tecnici del Comune hanno spiegato che è stato deciso di sostituirle tutte e 38 con travi aperte, per facilitarne ispezione e manutenzione future, laddove quelle esistenti e risalenti al restauro del 1984 erano scatolari, ovvero a sezione rettangolare, impedendo ogni forma di indagine interna. Essendo emerso il problema quando l’impalcatura del ponte era già stata montata, si è proceduto alla rimozione tagliando le travi in sezioni e allo stesso modo sono state montate le nuove, fatte di 5 pezzi di un metro e mezzo ciascuno, imbullonati tra loro. Solamente le teste delle travi sono “piene” per non modificare l’aspetto esteriore del ponte e comunque facilmente sostituibili in futuro, perché anch’esse imbullonate e non saldate.
E’ risultata invece in buone condizioni la struttura ad arco del ponte risalente al 1948, che è stata solamente restaurata, con fazzolettafure e saldature puntuali e dipinta di una tonalità grigio-verde scelta dalla Soprintendenza.
Per quanto riguarda la parte lignea, i lavori hanno ha subito negli ultimi tempi un'accelerazione notevole. Le varietà usate sono il rovere per le parti strutturali, il larice europeo per il resto del ponte e il larice siberiano, che è più compatto e dunque più resistente, per i gradini.
“Abbiamo visto direttamente i gradini ormai finiti, nella prima parte del Ponte, lato Accademia - ha commentato in merito l’assessore Zaccariotto - che danno proprio l’idea del contrasto tra vecchio e nuovo e abbiamo potuto cogliere quanti e quali dettagli caratterizzano questo restauro. Penso ad esempio ai corrimano, che presentano una scanalatura nella parte inferiore che funge da tagliacque, affinché l’acqua, appunto, non coli sul montante”.
“Ma ritengo essenziale poi – ha continuato l'assessore - l’aver messo a nudo il ponte, che ha permesso di mettere mano ai sottoservizi, il cui buon funzionamento è fondamentale per la cittadinanza”. Veritas, ad esempio, ha dotato la propria tubatura della cosiddetta “calza”, ossia un rivestimento interno che facilità la manutenzione senza dover sostituire l’intero tubo.
I restauri stanno procedendo a ritmi serrati: sono all'opera, sette giorni su sette - giorni di pioggia esclusi - dai 15 ai 20 operai. L'obiettivo è di rispettare la promessa fatta al sindaco Luigi Brugnaro, ossia la consegna del ponte rimesso a nuovo in occasione della prossima Regata Storica.