“Beccarie”: un macello pubblico a Rialto

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“Beccarie”: un macello pubblico a Rialto

28/08/2018

A Venezia si trovano diverse calli, sottoportici, campielli, del “Becher” o delle “Beccarie”, principalmente nei sestieri di San Polo, nella zona del mercato di Rialto, e a Cannaregio, nei pressi di San Giobbe. Ai tempi della Serenissima i Becheri erano coloro che macellavano e vendevano carni bovine e ovine. La Scuola dei Becheri fu istituita alla fine del 1200 e la sede definitiva trovò posto nella chiesa di San Mattio a Rialto. Il patrono era San Michele Arcangelo.

Della chiesa di San Mattio rimane traccia nei civici tra 810 e 885 di San Polo, nel cuore di Rialto, accanto al campo delle Beccarie. Al posto della chiesa, soppressa da Napoleone e demolita tra il 1818 e il 1820 furono costruite case.

Becher: un mestiere ambìto in Laguna

La corporazione dei Becheri, nel 1436, fu dichiarata giuspatronato dei macellai (jus patronatus: diritto concesso, ad una famiglia, sull'altare di una chiesa, di proteggerlo e mantenerlo traendo rendita da donazioni in denaro o anche in beni immobili).
Oltre al privilegio di eleggere il parroco della chiesa di San Mattio, i Becheri esercitavano un preciso controllo sulle altre Scuole ospitate nella stessa chiesa.
Nel 1339, in campo delle Beccarie nei pressi della chiesa, fu realizzato un macello pubblico, mentre altri piccoli macelli erano sparsi in tutta la città. In zona c'era anche il “Fontego del curame”, luogo di smistamento e vendita del cuoio.

Nulla andava buttato via

I prodotti derivati dalla scuoiatura degli animali e dall'utilizzo delle frattaglie davano vita ad altre attività ben rappresentate in diverse scuole e corporazioni veneziane.
Fra queste ricordiamo la Scuola dei Calegheri costituita da artigiani che producevano calzature (calegheri) o ciabatte e zoccoli (zavatteri); la Scuola dei Pittori di cui faceva parte l'Arte dei Cuoridoro che lavoravano il cuoio dorato per tappezzerie; la Scuola dei Conciacurami per la concia di pelli di montone e di capretto e la preparazione del cuoio detto “curame”; la Scuola dei Varoteri che confezionavano pellicce e conciavano e tingevano le pelli; la Scuola dei Vagineri per la creazione di astucci in cuoio; la Scuola dei Scorzeri che provvedevano alla pulizia e trattamento di pelli e pellicce e producevano anche la pergamena; la Scuola dei Luganegheri che oltre a macellare, confezionare e vendere carni suine, vendevano le teste, le zampe e le interiora dei bovini.

Feste e divertimenti

I Becheri avevano anche l'onore di combattere come toreri nelle corride che si tenevano durante le feste popolari (tra le quali il Carnevale) in Piazza San Marco ed in campo San Polo.
La mariegola della scuola dei Becheri, ora purtroppo smarrita, riportava che nel 1781, ormai da circa quattro secoli, l'approvvigionamento di carne per i veneziani era garantito dal lavoro dei Becheri, che macellavano il bestiame e ne vendevano i prodotti nei banchi di Rialto e di San Marco.
 
Cambiamenti radicali nel XIX secolo

Nella prima metà dell’Ottocento l’amministrazione comunale di Venezia, principalmente per motivi igienici e sanitari, decise di far confluire in un unico luogo i numerosi macelli sparsi in tutta la città. Con un “Avviso del 10 Maggio 1843” la “CONGREGAZIONE MUNICIPALE DELLA REGIA CITTÀ DI VENEZIA” comunicava alla cittadinanza che la zona di San Giobbe, ubicata in periferia rispetto ai sestieri di Rialto e San Marco, era destinata alla macellazione “sia di Bovi, che di Vitelli, Lanuti e Suini” (http://venus.unive.it/macellosangiobbe/apertura.htm), anche per la presenza di una sorgente d’acqua dolce. Il Macello di San Giobbe, nel corso del tempo, ha subito ampliamenti e modifiche strutturali e, alla fine del secolo scorso, è stato destinato a sede del Polo di Economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

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