Inaugurata a Marghera la nuova sede dell'ambulatorio Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Ulss 3

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Inaugurazione
 

Inaugurata a Marghera la nuova sede dell'ambulatorio Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Ulss 3

05/07/2023

È stata inaugurata questa mattina, a Marghera, la nuova sede dell'ambulatorio Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Ulss 3. La nuova sede si trova all'interno del Centro di Salute Mentale, in via Silvio Pellico 25 a Marghera, e occupa tutto il primo piano della struttura, dove ci sono tre stanze adibite alle visite ed una sala dotata di cucina pensata per svolgere dei laboratori culinari insieme ai pazienti.

A fare gli onori di casa il direttore generale Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, il direttore del dipartimento di Salute Mentale Ulss 3 Serenissima, Moreno De Rossi e numerosi professionisti che operano nella struttura.

In rappresentanza dell'Amministrazione comunale, ha preso parte all'inaugurazione l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini. "Accogliere una persona affetta da disturbi alimentari richiede un notevole impegno – ha detto l’assessore Venturini nel suo discorso di saluto - in quanto si tratta di intraprendere insieme un percorso personalizzato. E’ fondamentale il lavoro di squadra tra famiglia, scuola, realtà sportive ma è chiaro che la componente sanitaria è quella più importante. Quella di oggi è una giornata importante non solo perché siamo testimoni del potenziamento di un servizio già straordinario, ma anche perché andiamo a lanciare un messaggio significativo ai cittadini, e cioè che, di fronte alla grande emergenza nazionale e mondiale dei disturbi alimentari, le istituzioni, i corpi intermedi, le associazioni e la sanità non si voltano dall’altra parte”. L’assessore ha inoltre ricordato l’impegno dell’Amministrazione comunale nel campo della sanità pubblica. “Nei prossimi tre anni abbiamo previsto un investimento di oltre 100 milioni di euro destinati alla sanità veneziana, e nello specifico nella realizzazione di nuovi spazi all'interno del territorio”.

“Questo servizio – ha concluso - è stato collocato fuori dalla dimensione ospedaliera, in un quartiere residenziale. Trovo questa scelta molto significativa, perché in una certa misura riesce ad abbattere quelle barriere psicologiche che possono frenare le persone in difficoltà, spesso giovani, dal chiedere aiuto”.

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