Zelarino: intitolata una rotonda a padre Ottorino Maule

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un momento dell'intitolazione
 

Zelarino: intitolata una rotonda a padre Ottorino Maule

12/11/2022

L’assessore comunale alla Toponomastica, Paola Mar, è intervenuta questa mattina alla cerimonia di intitolazione della rotonda tra via Selvanese e via Visinoni, a Zelarino, alla memoria di padre Ottorino Maule, missionario saveriano, ucciso nel 1995 in Burundi da dei militari con un colpo alla nuca, insieme da altri due missionari. Dal 1981 al 1984 fu rettore della Casa Saveriana di Zelarino.

“Questa intitolazione servirà a ricordare non solo un padre saveriano ucciso nella sua missione – ha precisato l’assessore Mar – ma anche la storia del Centro Missionario Saveriano, che si intreccia strettamente, per più di qualche decennio, con il paese di Zelarino, i suoi abitanti, insomma la sua vita. A volte mi viene chiesto a cosa serva la toponomastica ed è in queste occasioni che la risposta diviene chiara e precisa: serve a fare memoria, a ricordare, in questo caso un uomo che ha sacrificato la sua vita nello spirito di servizio. La storia dei padri saveriani si è intrecciata con quella della comunità di Zelarino per oltre 70 anni e ne ha fatto parte. E’ questo senso di comunità che dobbiamo coltivare ed è nostra responsabilità farne tesoro ogni giorno”.

Sono intervenuti, tra gli altri, gli assessori comunali alle Infrastrutture stradali, Renato Boraso, e alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, il presidente della Municipalità di Chirignago Zelarino, Francesco Tagliapietra e la consigliera Luisa Rampazzo, il sindaco di Martellago, Andrea Saccarola, il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, padre Faustino Turco, postulatore della causa di beatificazione, Ottavio Framarin, nipote di padre Ottorino.

Padre Ottorino divenne sacerdote nel 1967 e arrivò in Burundi all’inizio degli anni ‘70 quando iniziò il massacro: “Fu testimone di una delle pagine più tragiche del paese – è stato ricordato durate l’intitolazione – quando, nel 1972, le due maggiori etnie del Paese brandiscono le armi. Dal 1979 all’84 venne a Zelarino per formare i nuovi sacerdoti, ma poi tornò alla sua missione in Burundi e vi rimase coscientemente anche quando la situazione si aggravò, perché non voleva abbandonare la sua gente, ma condividerne la sofferenza, come afferma in un’intervista radiofonica rilasciata un mese prima di essere ucciso”.

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