Valorizzazione e rivitalizzazione del Mercato di Rialto: una tre giorni di dibattito promossa dall’Istituto Veneto

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Dibattito
 

Valorizzazione e rivitalizzazione del Mercato di Rialto: una tre giorni di dibattito promossa dall’Istituto Veneto

02/11/2022

Un nuovo bando per l’assegnazione di sei concessioni di posteggio per il commercio su aree pubbliche al mercato giornaliero di Rialto, con un’attenzione particolare, nei criteri di assegnazione, all’età dei richiedenti e alla qualità dei prodotti che verranno messi in vendita.

Lo ha annunciato questa mattina l’assessore al Commercio e alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga, partecipando al convegno “Mercati storici e rigenerazione urbana in Europa”, promosso dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.

Una tre giorni di dibattito e confronto, preludio di un congresso internazionale in programma nel mese di marzo, a cui sono stati invitati rappresentanti di alcuni mercati europei ancora vivi e vivaci, esponenti del mondo artigianale di qualità del territorio veneziano, operatori culturali, provenienti dalle Università e dalle istituzioni cittadine per affrontare in modo organico l’attuale degrado del mercato di Rialto.

“Il cuore pulsante della città storica – ha commentato l’assessore Costalonga – che l’Amministrazione comunale vuole assolutamente rivitalizzare e valorizzare, facendolo diventare fulcro di iniziative capaci di incuriosire”. Nel ringraziare per l’impegno e il lavoro svolto Donatella Calabi, in rappresentanza del comitato scientifico che coordina il progetto, l’assessore Costalonga ha dichiarato: “Anche in piena pandemia siamo riusciti a tenere aperti i mercati in tutto il territorio comunale, a dimostrazione dell’interesse dell’Amministrazione verso queste realtà. Superata l’emergenza sanitaria abbiamo lavorato per rilanciare il mercato di Rialto, intervenendo sul decoro, con una delibera approvata dal Consiglio comunale che stanzia 500mila euro per il restyling dell’area mercatale con riduzione dei posteggi da 40 a 28, la liberazione parziale della cosiddetta ‘Casaria’ e l’intervento di riqualificazione dell’area. E’ seguito il bando (pubblicato il 28 ottobre con scadenza il 10 novembre 2022) per riassegnare 6 banchi attualmente vuoti, con un occhio di riguardo ai giovani tra i 18 e i 35 anni”.

Al centro del dibattito di questi tre giorni anche il futuro dei due edifici pubblici di grandi dimensioni e pregio architettonico che gravitano nell’area realtina e si affacciano sul Canal Grande: il primo piano della Pescheria, che appartiene alla Fondazione Musei civici veneziani e le ‘Fabbriche nuove’ di Jacopo Sansovino, edificio del XVI secolo, di proprietà del Demanio, parzialmente ancora occupato da sedi del tribunale di Venezia, ma che entro due anni, con il trasferimento di tutti gli uffici giudiziari alla Cittadella della Giustizia, sarà libero. Questi due edifici – ha sottolineato Calabi – offrono l’opportunità di pensare a un processo di rigenerazione di cui Venezia, città che ha e subisce delle difficoltà, ma non affatto morta, ha sicuramente bisogno”. Ecco allora come la proposta dell’associazione Progetto Rialto ruoti su tre concetti: commistione, sovrapposizione, contaminazione di realtà nell’ambito della volontà dell’Istituto Veneto di ripensare Venezia nella prospettiva del 2100.

“A questo proposito – il commento dell’assessore – ritengo che si possa lavorare cogliendo i suggerimenti dell’Associazione Progetto Rialto. Trovo ad esempio molto positiva l’idea di portare nel cuore di Venezia l’artigianato di qualità, corsi e opportunità di trasmissione delle conoscenze alle nuove generazioni così come la proposta di insediarvi la scuola di cucina dell’istituto alberghiero Barbarigo. Sono invece meno convinto sull’indicazione di avviare anche a Rialto esperienze di Street food perché la città è già contaminata da esercizi pubblico di vario tipo. Vorremmo che il mercato rimanesse una realtà distinta, fatta di saperi artigianali e tradizioni. La delibera anti paccottiglia che abbiamo varato - ha aggiunto l’assessore – va in questa direzione. Bloccando l’apertura di negozi privi di qualità si potrebbe arrivare a una riduzione degli affitti dei locali e di conseguenza a un riavvicinamento di quelle attività artigianali emarginate per un problema di costi”.

 

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