La presidente Damiano alla commemorazione in ricordo del Questore Palatucci, vittima della Shoah e medaglia d'oro al Merito Civile per aver salvato centinaia di ebrei

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Cerimonia
 

La presidente Damiano alla commemorazione in ricordo del Questore Palatucci, vittima della Shoah e medaglia d'oro al Merito Civile per aver salvato centinaia di ebrei

11/02/2021

La presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, è intervenuta questa sera alla Caserma Albanese in occasione della cerimonia di commemorazione voluta dalla Questura di Venezia per ricordare l'anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, che tra il 1937 e il 1944 riuscì a salvare centinaia di ebrei dalla Shoah prima di essere egli stesso arrestato e deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì di stenti il 10 febbraio 1945, all'età di 36 anni.

Nel corso della celebrazione, aperta dal Questore di Venezia Maurizio Masciopinto, il sacrificio del "Giusto tra le Nazioni e medaglia d'oro al Merito Civile" è stato ricordato attraverso l'accensione di una installazione luminosa che proietterà sulla facciata esterna della caserma la raffigurazione di un albero di ulivo. Inizialmente piccola e con pochi rami,  la pianta si anima grazie a una linfa fluttuante che scorre lungo il tronco, facendo crescere rami e foglie man mano che compaiono messaggi di pace. Alla base dell'albero saranno proiettate le parole "Il valore della Memoria". L'installazione luminosa, realizzata con il supporto di Vela Spa, sarà visibile per chi transiterà lungo il canale di Santa Chiara e per chi arriverà alla stazione di Santa Lucia.

Alla cerimonia sono intervenuti anche il prefetto Vittorio Zappalorto e il presidente della Comunità ebraica di Venezia, Paolo Gnignati.

"Siamo qui per ricordare Giovanni Palatucci - ha detto la presidente Damiano portando i saluti del sindaco Luigi Brugnaro e dell'Amministrazioe comunale - un uomo e un poliziotto che scelse in uno dei periodi più scuri della nostra storia di compiere un atto straordinario di coraggio e di amore: salvare tante vite sacrificando la propria. Chi salva una vita salva il mondo intero, recita il Talmud, e allora la difesa della vita è il bene più prezioso, insieme al rispetto delle persone. Lo spirito di solidarietà che quest’uomo ha saputo testimoniare sia di esempio per tutti noi e un monito per le future generazioni, affinché l’indifferenza non sia mai la scelta, quell’indifferenza che Liliana Segre, testimone vivente dell’orrore dei campi di concentramento, ha più volte condannato esortando tutti a coltivare la memoria e usare la coscienza che ognuno di noi possiede. La città di Venezia fa della memoria capisaldi di rispetto e civiltà. Insieme continueremo, con impegno e passione, a contribuire in questo grande percorso di memoria per lasciare un mondo migliore a noi, ma soprattutto ai nostri figli".

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