![un momento della cerimonia](https://live.comune.venezia.it/sites/live.comune.venezia.it/files/styles/img_article/public/field/image/WhatsApp%20Image%202025-02-10%20at%2012.56.10.jpeg?itok=RwjkXNUE)
Giornata del Ricordo: le celebrazioni a Marghera in Piazzale Martiri Giuliani e Dalmati delle Foibe
10/02/2025Questa mattina, in Piazzale Martiri Giuliani e Dalmati delle Foibe a Marghera, si è svolta la cerimonia ufficiale di commemorazione del Giorno del Ricordo, curata dalla Presidenza del Consiglio comunale di Venezia nell’ambito delle iniziative promosse nel territorio comunale per il Giorno del Ricordo 2025. Alla cerimonia, che ha avuto inizio con il picchetto del Reggimento Lagunari Serenissima e con l’Inno nazionale, sono intervenuti il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il presidente della Municipalità di Marghera, Teodoro Marolo, il prefetto di Venezia Darco Pellos, la componente del Consiglio provinciale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Rossella Zohar di Karstenegg. Presenti, tra gli altri, la presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, gli assessori alla Sicurezza, Elisabetta Pesce e al Commercio, Sebastiano Costalonga, i presidenti delle Municipalità di Mestre Carpenedo, Raffaele Pasqualetto e di Venezia Murano Burano, Marco Borghi, i consiglieri comunali e di municipalità.
Dopo la benedizione e la deposizione della corona d’alloro al monumento, si sono tenuti gli interventi ufficiali, volti a sottolineare la volontà di non dimenticare quanto accaduto: “Quella che ricordiamo oggi è una tragedia per troppo tempo rimasta nell’ombra – ha esordito il sindaco Brugnaro – perché questi morti e questi esuli sono nostri fratelli, nostri connazionali, che portano il nome della Venezia Giulia e Dalmazia, territorio storico della Repubblica Serenissima. Qualcuno ha provato per decenni a minimizzare questa pagina di storia, ma la verità non può essere cancellata e la memoria di chi ha sofferto non può essere dimenticata. Essere qui oggi significa assumersi una responsabilità collettiva: non basta ricordare, dobbiamo anche vigilare affinché simili atrocità non si ripetano. Ogni tentativo di negazionismo va respinto con fermezza, ogni scritta oltraggiosa verrà cancellata e ogni imbrattamento verrà ripulito. La nostra città, simbolo di incontro tra popoli e culture, rinnova il suo legame indissolubile con quelle terre e con chi ne ha dovuto subire l’ingiusto allontanamento. Il nostro impegno oggi è quello di dare voce a chi non ha più voce, difendendo la dignità delle vittime e dei loro discendenti”.
Rossella Zohar di Karstenegg ha portato il saluto del presidente dell’Anvgd, Alessandro Cuk e ha ringraziato il Comune di Venezia per essersi fatto promotore di iniziative e momenti per ricordare la tragedia delle foibe, ben prima dell’istituzione della legge nazionale del 2004: “Il rapporto con le scuole è per noi fondamentale – ha precisato – e dal 2003, quando è stato inaugurato questo monumento, ad oggi, qui si sono esibite più di 150 quinte elementari, per un totale di circa 2750 bambini. Questo significa che, in altrettante famiglie, la storia delle foibe è stata resa nota, anche se sappiamo che Marghera ha ospitato numerosi esuli”. Anche il presidente Marolo ha ricordato come il territorio di Marghera sia diventato per i giuliano dalmati, cacciati dalle loro terre, una seconda casa, perché qui sono stati accolti: “Non possiamo scordare il dolore di chi ha vissuto l’esodo – ha aggiunto – l’impossibilità di tornare nelle proprie case, la perdita delle proprie radici. Per questo il ricordo è oggi anche una forma di giustizia, un atto di riconoscimento e di rispetto. Quel rispetto che qui a Marghera non è mai mancato e che ci ha portato, nel 2003, ad intitolare questa piazza proprio alle vittime delle foibe e all’esodo giuliano dalmata”.
Al termine degli interventi gli scolari delle quinte classi dell’Istituto Comprensivo Grimani di Marghera, per un totale di 18 nazionalità provenienti da tutti i continenti, hanno intonato le note del “Va pensiero” dell’opera Nabucco di Verdi, della canzone “Magazzino 18” di Cristicchi e del canto popolare “El si” in dialetto zaratino, molto simile al veneziano. Sono state inoltre recitate poesie scritte dagli esuli, alcuni dei quali nonni dei bambini presenti.