Le imprese del settore terziario, dal turismo al commercio, sono in seria difficoltà dopo un anno di misure di contenimento anti Covid. Dopo mesi di chiusura forzata devono far fronte a un grave calo del fatturato che le espone all'usura. Un fenomeno sommerso, difficile da combattere. Si è discusso di come affrontarlo stamani, nel corso dell'ottava Giornata della legalità, svolta online in videoconferenza su YouTube. Una giornata di confronto e approfondimento, organizzata da Confcommercio Città Metropolitana di Venezia, a cui ha preso parte l'assessore al Commercio e alle Attività produttive Sebastiano Costalonga in rappresentanza dell'Amministrazione comunale.
All'evento telematico, moderato da Francesco Antonich, vicedirettore di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia Rovigo, sono intervenuti in veste di relatori, oltre al presidente dell'associazione di categoria veneziana Massimo Zanon, il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, il comandante regionale della Guardia di Finanza, gen. Giovanni Mainolfi e il comandante provinciale dei Carabinieri, Mosè De Luchi.
L'incontro è servito a fare il punto sulla diffusione del fenomeno usurario nella Città Metropolitana di Venezia e indagarne le cause. Il prefetto Zappalorto si è soffermato sul tessuto economico di Venezia, composto da piccole e medie imprese artigianali e individuali e basato, in buona parte sul turismo. "Un'economia in ginocchio che assiste al proliferare della criminalità organizzata, già presente sul territorio. L'usura, accanto alle estorsioni vere e proprie, colpisce gli imprenditori sull'orlo della chiusura, che chiedono prestiti nell'estremo tentativo di salvare la propria azienda. Per prevenire l'usura serve fare squadra tra categorie, istituzioni e forze dell’ordine. Anche perché si tratta di un fenomeno sommerso, commercianti e operatori del terziario si vergognano a denunciare. Basti pensare che nell'anno 2020 il Fondo per le vittime dell'usura ha ricevuto solo quattro richieste da Venezia, mentre invece un'unica richiesta è giunta al Fondo antiracket".
Il generale Mainolfi ha invece parlato di 'anossia finanziaria' riferendosi agli imprenditori vittime di mesi di lockdown e restrizioni imposte dall'alto, distinguendo tre tipi di usura. Accanto all'usura praticata dalla criminalità organizzata vera e propria, quindi da mafia, camorra e 'ndrangheta, c'è l'usura di quartiere e quella degli operatori finanziari del sistema. Il comandante della Guardia di Finanza ha poi sottolineato l'importanza della prevenzione. Infine il comandante Mosè De Luchi si è concentrato sui controlli di prossimità e sulle attività investigative svolte dai Carabinieri, invitando gli imprenditori a non sentirsi soli e a denunciare.
L'assessore Costalonga, a margine della videoconferenza, ha ribadito l'importanza di una riforma in merito: "Ringrazio Confcommercio, il prefetto e le Forze dell'Ordine intervenute. Questo periodo storico di pandemia ha solo incentivato il disagio economico delle attività produttive, favorendo la criminalità. La sinergia delle Forze dell'Ordine unita alla sensibilità delle associazioni nel percepire i primi segnali di sofferenza degli iscritti sono strumenti validi per il contrasto e la prevenzione di usura e criminalità. A cui va aggiunta una riforma legislativa volta al contrasto degli illeciti e una legge nazionale che regoli aperture e controlli".
Anche il Comune di Venezia è all'opera contro l'usura, come ha chiarito l'assessore al Commercio e alle Attività produttive: "Nel nostro territorio sto lavorando per l'estensione della norma a tutela dell'artigianato, del design e della qualità della zona realtina e marciana a tutta la città, in modo che quando si ripartirà e ci saranno molti negozi vuoti, potremo intervenire per prevenire i traffici illeciti. Dobbiamo tutelare il nostro patrimonio con un commercio di qualità ed evitare il proliferare di negozi low cost che spesso celano tentativi, ormai consolidati, di aggirare le norme ed evadere le tasse".