Da oggi, Giorno internazionale della donna, anche Venezia ha il suo “Muro delle Bambole”: l'installazione artistica, ideata dalla cantante e conduttrice televisiva Jo Squillo nel 2013 e divenuta negli anni simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è stata realizzata alla Galleria internazionale d'Arte contemporanea di Ca' Pesaro grazie al coinvolgimento degli studenti del Liceo Artistico Statale M. Guggenheim. Si compone infatti principalmente di bambole create da loro, oltre ad alcune di celebri stilisti arrivate da Milano grazie a Giusy Versace e alla partecipazione di “Class TV Moda”.
Alla presentazione dell'iniziativa - che è stata inserita nel progetto “Venezia Città delle Donne” della Fondazione Musei Civici di Venezia e fa parte del calendario di eventi “Marzo Donna 2019” del Comune di Venezia - c'erano, tra gli altri, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, l'assessore comunale al Bilancio, Michele Zuin, il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Giovanni Andrea Martini, la presidente della Fondazione Musei Civici, Maria Cristina Gribaudi, la deputata Giusy Versace e i ragazzi del Liceo Guggenheim - Indirizzo Design del vetro, assieme ai loro insegnanti Jacopo Gioli e Rossanna Pavanello.
“La sensibilizzazione sul problema della violenza sulle donne – ha dichiarato l'assessore Zuin, a cui le donne relatrici hanno voluto cedere la parola per sottolineare l'importanza di coinvolgere gli uomini su queste tematiche – deve essere fatta sempre. Fondamentale è il coinvolgimento dei giovani, perché bisogna tutti insieme combattere questa battaglia e diffondere la cultura del rispetto per la donna".
La peculiarità del muro di bambole di Ca' Pesaro è che gli studenti hanno usato materiali legati alla contemporaneità e a Venezia, soprattutto il vetro e le stoffe, dandovi quindi una declinazione “lagunare”: “Con le vostre creazioni – ha detto Giusy Versace rivolta a loro – siete riusciti a far comprendere in pieno il significato della 'Wall of Dolls', che ricorda le donne uccise, le donne vittime di violenza e anche le donne che hanno denunciato i soprusi subiti”. Un risultato raggiunto anche grazie al percorso di formazione svolto a scuola, con il supporto del Dipartimento Servizi educativi del Muve.
“A Milano – ha continuato Versace - il muro viene costantemente ri-allestito, perché ci sono persone che lo deturpano, ma anche questo fa parte del nostro messaggio: insieme continuiamo a combattere per cambiare la nostra società. L'importante è non lasciare sole le persone che segnalano in qualche modo un disagio. Spesso queste situazioni si consumano anche a causa dell'omertà di chi sta intorno alle vittime di violenza, mentre è importante denunciare ciò che avviene”.
Un concetto ribadito anche dalla presidente Gribaudi, per la quale è fondamentale partire dall'educazione dei giovani e dei maschi in particolare e far sì che di questo problema sociale si parli. In tal senso i musei possono e devono essere considerati salotti in cui discutere e denunciare situazioni di disagio.
“Le donne maltrattate – ha sottolineato infine Damiano - devono sapere che non sono sole, che le istituzioni le supportano. E' essenziale fare rete tra enti e Forze dell'Ordine affinché sappiano che c'è una via d'uscita e, allo stesso tempo, diffondere una cultura diversa dei rapporti umani, partendo proprio dai giovani e dalle scuole. In tal senso trovo davvero ottima l'interpretazione data al Muro di bambole veneziano dal Muve, che ha voluto partire proprio coinvolgendo un liceo”.
La Wall of Dolls rimarrà a Ca' Pesaro per un mese, per poi diventare un'installazione itinerante in altre sedi dei Musei Civici veneziani.