Il vicepresidente del Consiglio comunale Centenaro alla conferenza internazionale “Venezia ponte di pace tra Oriente e Occidente: l’utopia di un’integrazione possibile”

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Saverio Centenaro
 

Il vicepresidente del Consiglio comunale Centenaro alla conferenza internazionale “Venezia ponte di pace tra Oriente e Occidente: l’utopia di un’integrazione possibile”

25/03/2019

Il vicepresidente del Consiglio comunale, Saverio Centenaro, è intervenuto questa mattina a Palazzo Badoer a Venezia alla conferenza internazionale “Venezia ponte di pace tra Oriente e Occidente: l’utopia di un’integrazione possibile”.

Al centro dell’incontro una riflessione sulle prospettive dell’Europa nel contesto internazionale alla luce del lungo periodo. "Guardare al lungo periodo - si legge in una nota degli organizzatori - può insegnarci come crisi e turbolenze
contengano rischi ma anche opportunità, e che su entrambi
conviene riflettere anche oggi con la massima attenzione".

"Il sindaco Brugnaro - ha esordito Centenaro nel portare i saluti dell'Amministrazione comunale - è stato fin dall'inizio uno dei più convinti sostenitori di questo appuntamento, promosso in attuazione della Risoluzione numero 5 del 25 novembre 2015. Una convinzione scaturita dalla consapevolezza del ruolo di Venezia in un percorso di dialogo a livello mondiale per arginare la rabbia e la paura che gli attentati di Parigi, ma in generale gli atti di terrorismo hanno innescato in ognuno di noi. Questa conferenza internazionale, che vedrà confrontarsi illustri personalità del mondo civile, politico, universitario e religioso ci dimostra ancora una volta quanto sia importante tenere vivo il dibattito in merito alla pace e all'integrazione perché nessuno dimentichi la grande lezione di umiltà e coraggio che il funerale di Valeria Solesin in Piazza San Marco il 24 novembre 2015 hanno dato al mondo intero. Venezia, anche in quell'occasione, ha saputo diventare simbolo di fratellanza e di pace. L'odio e l'intolleranza avevano appena ucciso una ragazza carica di progetti  per il futuro ma da Piazza San marco partiva un messaggio di speranza. Oggi, ancora increduli che qualcosa si possa veramente cambiare, ci interroghiamo sull'utopia di un'integrazione possibile ma Venezia, con la sua millenaria storia Serenissima, basata su incontri di culture, religioni e arti, crocevia di popoli e tradizioni, ci sprona a guardare al mondo con una visuale diversa: non paura, non rabbia, ma impegno ad aprirci alle culture diverse dalle nostre, a patto che chi chiede ospitalità lo faccia nel rispetto delle regole e delle nostre tradizioni. Su questo principio di libertà si è fondata per secoli la più grande potenza mondiale in campo commerciale, navale e di relazioni; da questi principi dobbiamo ripartire. Guardare oltre i confini della nostra città non vuol dire rinunciare alle nostre tradizioni o svendere la nostra identità, ma tornare a ricoprire quel ruolo che Venezia ha sempre avuto nel mondo".

Ricordando poi il recente viaggio del sindaco a Washington per la presentazione della mostra sul Tintoretto, Centenaro ha ricordato le parole del primo cittadino: “Nelle sue opere Tintoretto testimonia la forza dei valori occidentali e la libertà che Venezia, come Washington, ha sempre difeso rimanendo aperta al dialogo e coltivando rapporti con tutto il mondo”. "Su quel solco - ha proseguito Centenaro - siamo qui oggi a raccontare una Venezia profondamente convinta del ruolo internazionale che riveste e che giorno dopo giorno sta consolidando. Questa è la città di Morosini, di cui quest'anno celebriamo i 400 anni dalla nascita, che ha difeso Venezia e il Peloponneso dall'avanzata del nemico; è la città che ha fermato i Turchi a Lepanto e che con Marco Polo ha aperto i commerci con l'Oriente; la città dove tante diverse religioni sono sempre riuscite a convivere in pace e dove il Carnevale riusciva, attraverso una maschera, a mettere sullo stesso livello il ricco signore e il suo servo. Oggi Venezia è ancora tutto questo, ma mantenendo fede alla propria vocazione di città resiliente vuole fare in modo che dalle difficoltà se ne esca ancora più forte. Mai come in questi anni la città vuole essere protagonista schierandosi al fianco di coloro che, con umiltà e coraggio, si metteranno in gioco per difendere i valori e le tradizioni".

Quattro le sessioni in cui si è articolato il dibattito, la prima dedicata ai progetti nazionali nel contesto internazionale, la seconda dal titolo “Tra rivendicazioni di sovranità e rivendicazione di diritti, il processo d’integrazione europea”, la terza che ha proposto un focus sulla geopolitica e la quarta su “Concetti e soggetti: il punto di vista del diritto internazionale sull’Europa”. I vari temi sono stati affrontati con approcci differenti, storici, giuridici, politologici e geografici, da un lato mantenendo una separazione tematica nell’articolazione delle sessioni, dall’altro aprendo un dibattito trasversale fra relatori e partecipanti attraverso i discussant.

All’iniziativa, promossa dal Consiglio regionale del Veneto in collaborazione con il Comune di Venezia nell’ambito del convegno “L’Europa a cent’anni dalla Prima guerra mondiale: quali prospettive?”, sono inoltre intervenuti il vice presidente del Consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo, il rettore dello Iuav, Alberto Ferlenga, il direttore dell’Ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa, Luisella Pavan-Woolfe, lo storico e scrittore Carlo Greppi, il presidente del Consiglio regionale dell'Umbria e presidente CALRE, Donatella Porzi, l’arcieparca di Costantinopoli, Lévon Boghos Zékiyan, e Matthew D’Auria dell’Università dell’East Anglia.

Venezia, 25 marzo 2019

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