Dopo la mostra di arte allestita a Palazzo Ducale dedicata alle materie prime che venivano lavorate nel polo industriale e il concerto della Fenice sul Centenario, la contemporaneità di Porto Marghera, da lunedì 8 gennaio, vive di un ulteriore passaggio significativo: l'illuminazione artistica dei serbatoi delle bioraffineria Eni, del ponte Bossi, infrastruttura per il trasporto dei prodotti degli impianti di Versalis (Eni), e della torre dell'acquedotto di Marghera.
Il progetto, curato dall'architetto Trazzi e sostenuto, oltre che da Eni anche dalla Fondazione Musei Civici, usa la luce e il colore, come metafore della vita, per influire sulla percezione architettonica degli spazi industriali ed accentuarne il significato simbolico.
Dal punto di vista tecnico, l'illuminazione è effettuata attraverso degli spot “Focus” con lampade ad alogenuri metallici di potenza variabile fino a 1.200 W ciascuno, con un sistema dicroico di cambio colore e delle strisce led cangianti.
Si vestono così le varie strutture con più sfumature di colore a declinare tutte le cromie dello spettro luminoso, con un richiamo particolare al tricolore nei serbatoi della bioraffineria Eni.
Il progetto illuminotecnico è stato realizzato da Space Cannon SNe, azienda italiana leader del settore, che ha dato luce ai giochi olimpici di Torino 2006 e alle torri luminose delle cerimonie di anniversario dell'11 settembre a New York.
Lunedì prossimo, 15 gennaio, alle ore 18.30 si svolgerà la cerimonia pubblica di accensione di Ramses II, faro allo xenon della potenza 72.000 watt, gentilmente ospitato da Cereal Docks. Si tratta della più potente apparecchiatura di illuminazione a testa mobile del mondo, che solcherà il cielo con una lama di luce, simbolo contemporaneo della centralità di Porto Marghera.