L'assessore Pesce ai 60 anni dell'Abolizione delle Scomuniche fra Roma e Costantinopoli
60. anniversario dell'Abolizione delle Scomuniche fra Roma e Costantinopoli

L'assessore alla Sicurezza del Comune di Venezia, Elisabetta Pesce, ha preso parte, questa mattina a Venezia, alla celebrazione ecumenica in occasione del sessantesimo anniversario dell'Abolizione delle Scomuniche fra Roma e Costantinopoli.

Promosso congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, in collaborazione con il Patriarcato di Venezia, l’evento ha inteso ricordare l’atto con cui, nel 1965, le Chiese Cattolica e Ortodossa revocarono le reciproche scomuniche del 1054: un gesto storico che segnò una svolta decisiva nel cammino verso la piena comunione.

Le celebrazioni hanno avuto inizio nella chiesa cattolica di San Zaccaria, storicamente legata alla comunità marciana e dove sono custodite le reliquie di Sant’Atanasio di Alessandria, grande testimone della fede durante il Concilio di Nicea del 325 d.C. Ad aprire la cerimonia è stato il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che ha sottolineato il valore dell’occasione quale momento di memoria condivisa e di autentica comunione. 

Il rito è stato presieduto dal cardinale Matteo Maria Zuppi e dal Metropolita d'Italia ed esarca dell'Europa meridionale, Polykarpos Panagiotis Stavropoulos. Presenti diversi vescovi dell'arcidiocesi ortodossa d'Italia, che rappresenta il Patriarcato di Costantinopoli, insieme a diversi vescovi cattolici, responsabili dell'ecumenismo della Conferenza Episcopale Italiana, oltre che Anba Giovanni, vescovo del vicariato copto di Venezia. La cerimonia è poi proseguita con il tragitto comune verso la Cattedrale di San Giorgio dei Greci, centro religioso e culturale della comunità greco-ortodossa di Venezia, dove si è tenuta la seconda parte del rito commemorativo.

La scelta della città di Venezia, sede metropolitana della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, è particolarmente eloquente: da secoli crocevia di spiritualità, cultura e incontri tra Oriente e Occidente, la città lagunare incarna in modo unico una vocazione ecumenica che continua a distinguerla e a renderla luogo privilegiato di dialogo.