Remote Image
La celebrazione e la festa: la Madonna della Salute dei veneziani

Un momento intimo ma collettivo. Un sapore, quasi una madeleine di Proust. Un ponte votivo, il cero alla Mesopanditissa e le bancarelle. Alberto Toso Fei racconta suggestioni e ricordi dei veneziani di ogni 21 novembre.

La storia della festa della Madonna della Salute inizia nel 1630: una terribile epidemia di peste, la stessa descritta da Manzoni ne “I Promessi Sposi”, mieteva vittime in tutta Venezia. Il doge e il patriarca indissero una processione di tre giorni, per invocare l’aiuto della Vergine contro il morbo. Qualche settimana dopo, la peste iniziò a rallentare la sua diffusione, fino a scomparire. Per ringraziare dell’intercessione divina, i veneziani decisero di costruire una basilica dedicata alla Madonna, detta “della Salute” ed istituirono la festa in suo onore, commemorata il 21 novembre.

Questo evento inizia con l’apertura, qualche giorno prima, del ponte votivo su barche, che collega la chiesa di Santa Maria del Giglio, con la basilica barocca.

E' tradizione comprare un cero, da uno dei tanti banchetti fuori la basilica, da accendere per chiedere alla Vergine di proteggere la salute nel corso di tutto l’anno. Una volta passato l’evento, tutte le candele avanzate vanno ad illuminare, per tutto l’anno successivo, l’altare maggiore e l’icona della Madonna, detta “Mesopanditissa”, ossia “Mediatrice di Pace”. 

Argomenti