
La Procuratoria entra in casa circondariale e il carcere Santa Maria Maggiore fa ingresso a San Marco. Firmato un accordo di collaborazione.
La Procuratoria di San Marco offre così lavoro in Basilica ai detenuti di Santa Maria Maggiore; dà a loro, e al personale della casa circondariale, ospitalità per visite guidate; farà a sua volta visita ai reclusi in carcere, con i suoi volontari, per proiezioni di filmati e illustrazione di opere d'arte. Sono i tre punti principali dell'accordo siglato stamane in sala convegni a Sant'Apollonia.
Presente per il Comune di Venezia la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, i procuratori Bruno Barel e Renato Brunetta in collegamento, con il rappresentante Rsa Uil della Procuratoria Raffaele Cavasin, il direttore della Casa circondariale Santa Maria Maggiore Enrico Farina. Presente all'evento anche monsignor Francesco Moraglia e in rappresentanza della Prefettura di Venezia Piera Bumma.
La presidente Damiano ha ringraziato, a nome dell'Amministrazione, per la condivisione, con la città, di un momento dal grande valore sociale, culturale e umano: "Un tassello prezioso in più che si aggiunge alle numerose iniziative che già la casa circondariale di Venezia promuove sul territorio. Una realtà che collabora con tante associazioni, come la Biennale. Questa diventa un'occasione aggiuntiva che dà la possibilità ai detenuti di apprezzare l'arte e la bellezza della città" ha spiegato la presidente.
"Il progetto parte da uno dei simboli di Venezia, un simbolo che è certamente religioso e culturale, conosciuto in tutto il mondo, e credo sia una grandissima opportunità per il reinserimento sociale in funzione del percorso rieducativo, previsto dalla nostra Costituzione, ma credo sia anche un importante passo per tutta la comunità" ha concluso Damiano.