De martin Open
Open, Venezia e il futuro energetico

L’energia, i costi crescenti e la sfida delle città. Perché per ridurre il consumo energetico, e quindi la spesa, bisogna partire dai centri urbani. Ma rinnovabile non vuol dire soltanto fotovoltaico e le energia utilizzate vanno rese il più possibile sostenibili.

Venezia e Roma a confronto sul palco dell'evento di Open "La Scossa. Il mix di energie per mettere in sicurezza l’Italia e la sua bellezza". L’assessore all'Ambiente del Comune di Venezia Massimiliano De Martin ha partecipato, oggi, all'evento romano in Ara Pacis. Con l'assessore ai Lavori pubblici di Roma capitale Ornella Segnalini, è stato chiamato a rispondere su cosa possono fare le Amministrazioni locali nella crisi energetica.  

Le città pesano sull’energia e De Martin ha sottolineato che la sfida fondamentale sta nel processo verso le rinnovabili: "Per l’italiano l’energia rinnovabile è solo il fotovoltaico, ma non è assolutamente così" ha spiegato l'assessore. Se è vero che le politiche energetiche spesso sono decise a livello nazionale o addirittura europeo, le città hanno la possibilità di muoversi: "Venezia sta insistendo molto sull’idrogeno. Abbiamo un progetto già in fase di attuazione a riguardo, con il primo impianto di produzione, stoccaggio, distribuzione e utilizzo in città, nell’area industriale di Porto Marghera. La rivoluzione sta già interessando i trasporti pubblici di terra ma presto, entro il 2032, coinvolgerà anche tutti quelli d’acqua".

Per De Martin il problema vero è che è impossibile chiedere una riduzione di consumi: "Il nostro stile di vita ne richiede sempre di più. Dobbiamo solo chiederci qual è la fonte primaria di quella energia, e renderla più sostenibile possibile. Un modo di farlo è pianificare al meglio, per snellire l’inserimento delle fonti rinnovabili". Ed è qui che entrano ancora in ballo le  amministrazioni: "Devono accelerare il processo senza lungaggini burocratiche, devono essere un volano facilitatore".

Le città poi devono combattere contro le conseguenze del cambiamento climatico. Se la alberazione e la compensazione ambientale, a Venezia, è resa difficile dai monumenti e dalle piazze storiche, per contenere il problema delle mareggiate il Mose ha segnato uno spartiacque: "Possiamo parlare di Venezia pre e post Mose, ma il Mose non basta. È etico non inquinare, indipendentemente se credo o non credo nel cambiamento climatico. E così bisogna prendere le decisioni".