Mostra "Bella la vita a Venezia"
La mostra “Bella la vita a Venezia” alla Fondazione Querini Stampalia

Sabato 13 dicembre apre “Bella la vita a Venezia”, la nuova mostra della Fondazione Querini Stampalia. L’esposizione, che rientra nel palinsesto de “Le Città in Festa”, sarà aperta fino al 12 aprile 2026. L’orario di apertura è martedì-domenica, dalle 10 alle 18. La visita alla mostra è inclusa nel biglietto d’ingresso alla Fondazione Querini Stampalia.

Con Bella la vita a Venezia la Fondazione Querini Stampalia presenta l’intera collezione dei dipinti di Gabriel Bella, l’artista che più di ogni altro ha saputo raccontare la vita della Venezia del Settecento. Un titolo che gioca su tre linee di racconto: Bella come aggettivo e come nome dell’artista; la vita, perché è la quotidianità della città a farsi protagonista; Venezia, che attraverso queste immagini continua la sua secolare tradizione di autorappresentazione, propaganda e costruzione dell’immaginario collettivo. Un corpus capace di esaltare la magnificenza veneziana e di raccontare, attraverso immagini, il mito politico della Serenissima. Non un insieme casuale, ma un progetto iconografico unitario, elaborato probabilmente negli anni Ottanta del Settecento.

Le sessantanove tele sono esposte accanto a incisioni e volumi del fondo storico della Biblioteca, oltre a materiali audiovisivi – tra cui selezioni di filmati dell’Istituto Luce e una rassegna cinematografica sulla figura di un illustre contemporaneo di Gabriel Bella, Giacomo Casanova nell’anno in cui si celebrano i 300 anni dalla nascita – che ampliano la lettura del contesto storico e aprono a suggestioni contemporanee.

Gabriel Bella (Venezia, 1730? - 1799) lavora in anni in cui l’Ottocento è alle porte e, con esso un nuovo modo di fissare il reale attraverso la fotografia. Eppure, già alla fine del Settecento, il suo sguardo sembra parlare quella stessa lingua. Bella osserva la città con una precisione e una sensibilità fotografica: inquadra, isola, registra. Compone come se avesse tra le mani un obiettivo capace di cogliere il movimento e l’immobilità, la folla e il dettaglio, l’eccezionale e l’ordinario. Restituisce con precisione la densità e la teatralità del mondo veneziano. La sua ‘apparente ingenuità’, quasi fumettistica, diventa così una chiave interpretativa: la visione popolare di una società regolata da cerimonie, rituali, feste, mercati e processioni. È un artista che si mescola alla città: un cittadino e un flâneur guidato da una curiosità inesauribile attraversa calli e campielli lasciandosi sorprendere dalle scene che gli si offrono. Le sue opere conservano questa energia di scoperta, la stessa di chi si avventura senza meta e trova nella vita urbana un teatro sempre aperto. È un testimone attento, che registra gesti, dinamiche sociali, come se avesse la necessità urgente di fissarli sulla tela.