Nella ricorrenza del suo ottantaquattresimo anno, l’impresa di Alessandria, una delle più belle in ambito militare messa a segno dalla nostra Marina nel corso della Seconda guerra mondiale, è stata ricordata ufficialmente questa mattina, a Venezia, in due diversi momenti, su iniziativa dell’Istituto di Studi militari marittimi.
Dapprima con una commemorazione storica, tenutasi nella biblioteca Dante Alighieri dell’Arsenale, a cui ha presenziato anche, per portare il saluto della Città, l’assessore comunale alla Sicurezza, Elisabetta Pesce, accompagnata dall’assessore Sebastiano Costalonga e dal comandante generale della Polizia locale, Marco Agostini; successivamente intorno al cimelio originale del “siluro a lenta corsa” utilizzato nell’impresa, esposto presso il Museo storico di Venezia.
Nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre 1941 sei uomini della X flottiglia Mas (Luigi Durand de La Penne, Emilio Bianchi, Antonio Marceglia, Spartaco Schergat, Vincenzo Martellotta e Mario Marino), a bordo di tre mezzi d’assalto subacquei (siluri a lenta corsa – Slc) riuscirono a penetrare nel porto di Alessandria d’Egitto, sede della Marina britannica nel Mediterraneo, e a danneggiare gravemente, con testate esplosive, le due navi da battaglia “Queen Elizabeth” e “Valiant”, nonché la nave cisterna “Sagona” ed il cacciatorpediniere “Jervis”.
Tutti e sei gli autori dell’impresa furono catturati e internati in un campo di prigionia, da cui vennero liberati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Tornati in patria, aderendo al Regno del Sud, essi tornarono a combattere, questa volta a fianco degli Alleati, che vollero rendere comunque loro omaggio per l’eroica operazione compiuta ai loro danni.
Nel marzo del 1945 essi vennero decorati a Taranto con la medaglia d'oro al valor militare: ad appuntare la medaglia sul loro petto fu proprio il commodoro sir Charles Morgan, già comandante della "Valiant".