Referendum popolare sulla divisione del Comune di Venezia: il Consiglio comunale è contrario per ragioni di illegittimità

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Referendum popolare sulla divisione del Comune di Venezia: il Consiglio comunale è contrario per ragioni di illegittimità

15/09/2016

Il Consiglio comunale nella seduta odierna ha espresso parere favorevole alla delibera presentata dalla Giunta sulla suddivisione del Comune di Venezia nei tre comuni autonomi di Marghera, Mestre e Venezia, ribadendo l'illegittimità del provvedimento dal punto di vista tecnico, legislativo e giuridico. Il parere, richiesto dalla prima commissione consiliare del Consiglio Regionale del Veneto, oggetto, ieri, di discussione tra le commissioni consiliari competenti, è approdato questa mattina nell'aula di Ca' Farsetti ed è stato oggetto di un lungo e articolato dibattito.

    A presentare la delibera è stato il vice segretario aggiunto del Comune di Venezia, Francesco Vergine, che ha sottolineato i vizi del procedimento, evidenziando questioni giuridiche, tecniche e di merito. Sul fronte legislativo è stato ribadito come “la legge 56/2014 (legge Delrio) sia intervenuta in materia di modificazione del Comune capoluogo delle città metropolitane introducendo nell'ordinamento una normativa specifica e speciale che ha dichiaratamente carattere derogatorio, sia rispetto al TUEL che alle eventuali leggi regionali precedenti con essa incompatibili”. Per questo motivo, come già evidenziato dal Dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una nota dello 26 lugli scorso, le leggi regionali non potranno più essere applicate alla modifica del territorio di un Comune capoluogo di Città Metropolitana come Venezia o al suo scorporo in più comuni. Sarà invece necessaria una procedura specifica costituita da una deliberazione del Consiglio comunale di Venezia a maggioranza qualificata, che dovrà poi essere sottoposta a consultazione referendaria di tutti i cittadini della Città Metropolitana. “Una differenza – è stato sottolineato -  non solo formale, ma sostanziale”.

    Rilievi sono emersi anche dal punto di vista tecnico per la cartografia, presentata solo pochi giorni fa al Comune di Venezia, da cui emergono in modo approssimativo i confini delle tre realtà territoriali: Venezia, Mestre e Marghera.

    Un ultimo approfondimento ha riguardato gli effetti negativi legati alla separazione del Comune di Venezia. "La divisione - ha spiegato Vergine – contrasta con la tendenza legislativa che ha sempre sostenuto, promosso e finanziato le unioni dei Comuni e l'integrazione dei servizi".

    Su questo tema si è soffermato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che nel suo intervento ha ribadito le valutazioni contrarie per ragioni di illegittimità, ha ricordato come i cittadini si siano già espressi quattro volte sull'ipotesi di separazione tra Venezia e Mestre e che la proposta referendaria di iniziativa consiliare costerebbe alla comunità 1 milione e 400 mila euro. “Se vent'anni fa – ha poi aggiunto il primo cittadino – poteva avere un senso parlare di separazione, adesso è assolutamente anacronistico. E' cambiato il mondo, c'è la globalizzazione e la competizione si vince tra realtà grandi e unite, non piccole e divise”.

    Nel caso in cui il Consiglio regionale decidesse di proseguire nel suo iter, con la delibera approvata oggi, il Consiglio comunale ha dato mandato al Sindaco e alla Giunta di far valere le ragioni dell'Amministrazione davanti agli organi giurisdizionali e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di impugnare l'eventuale legge regionale.

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