Il Tribunale di Venezia dà ragione al Comune: legittimo l'armamento dei vigili della Polizia Locale. Obiezione di coscienza solo per le assunte ante 2000

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Ca' Farsetti
 

Il Tribunale di Venezia dà ragione al Comune: legittimo l'armamento dei vigili della Polizia Locale. Obiezione di coscienza solo per le assunte ante 2000

27/07/2017

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Venezia, con due diverse sentenze, ha rigettato i ricorsi presentati da una decina di vigili della Polizia Municipale del Comune di Venezia che chiedevano la sospensione della procedura di armamento e l'accertamento del diritto a svolgere il regolare servizio privi dell'arma.

“La decisione del Tribunale – commenta l'Assessore al Personale, avv. Paolo Romor - ci conferma che l'operato di questa Amministrazione in tema di rapporti con i lavoratori avviene nel rispetto delle regole. Il Giudice infatti ha sancito la legittimità delle nostre scelte sottolineando – cita testualmente Romor riprendendo un passaggio della sentenza – che “i dipendenti comunali appartenenti al Corpo di polizia Municipale sono obbligati a dotarsi in via continuativa dell'arma per lo svolgimento delle loro mansioni lavorative; in altre parole, come stigmatizzato dal Comune in comparsa di risposta, quella che in passato è stata una facoltà di scelta del lavoratore, oggi è divenuto un obbligo, il tutto conformemente alla legge quadro sull'ordinamento della polizia Municipale, essendosi il Comune di Venezia determinato in forza dell'art. 5 comma 5 di tale legge come modificato ex art. 17, comma 134, della legge 127/1997”.

Il casus era nato con l'approvazione in Consiglio comunale, lo scorso 30 luglio 2015, della delibera che ha previsto come “tutto il personale del Corpo deve essere armato con le sole eccezioni espressamente previste dal Regolamento Organico del Corpo di Polizia Municipale di Venezia”. Questo affinché ciascun appartenente al Corpo al quale è conferita la qualifica di agente di pubblica sicurezza possa garantire la sicurezza della nostra città in orario notturno. 

"Il Giudice ci ha dato ragione -prosegue Romor - permettendoci di poter tutelare la sicurezza e salvaguardia dei nostri cittadini e della nostra città anche durante la notte quando è maggiore la necessità di presidiare il territorio. Andiamo avanti con determinazione."

Con una terza sentenza, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Venezia ha infine parzialmente accolto la tesi del Comune di Venezia, riconoscendo il diritto all'obiezione di coscienza alle sole vigilesse “assunte sulla base di concorso antecedente alla modifica regolamentare di cui alla delibera di giunta n. 789 del 2000 e di età tale per cui sarebbero state tenute, se di sesso maschile, all'abrogato servizio militare di leva obbligatorio e quindi beneficiare della possibilità di obiezione di coscienza. Pertanto, è stato stabilito che tutti gli agenti di sesso femminile assunti dopo il 2000 sono obbligati a portare l'arma di ordinanza.

"Con queste sentenze – commenta il Comandante della Polizia Locale Marco Agostini, il Giudice dimostra come il Regolamento del Corpo sia conforme alle norme. L'applicazione pratica sarà l'incremento del numero di agenti che potranno essere inseriti nei turni notturni, aumentando il presidio del territorio."

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